Kronos / Kairos
fotografie di Angela Colonna, Stefano Ferrando
Nel quinquennio tra il 1935 e il 1940 il Sulcis si vede profondamente trasformato da quel vasto programma territoriale e socio-economico che definisce la nascita del polo estrattivo carbonifero che ha nei centri di Bacu Abis, Carbonia e Cortoghiana il suo fulcro.
Se il centro maggiore è da tempo sotto i riflettori per le attività di recupero e i riconoscimenti che queste stanno ottenendo su scala internazionale, i due nuclei satelliti godono di meno notorietà e attenzione.
È questo il motivo che ha mosso la volontà di porre lo sguardo su due realtà marginali, anche se parte integrante di quel sistema territoriale che quasi ottant’anni fa ha cambiato il volto di un territorio trasformandolo in un nuovo paesaggio.
Ottant’anni di storia visti dal presente assoluto della macchina fotografica, con l’intenzione di indagare la contemporaneità, ovvero il paesaggio come realtà, come esistente grazie alla relazione tra individui, “cose” e tempo. La volontà di capire cosa sono diventati oggi quei centri calati dall’alto e ormai orfani della loro ragion d’essere è alla base di questa indagine fotografica.
I progetti di S. Muratori a Cortoghiana e di G. Pulitzer-Finali a Bacu Abis resistono, con più o meno forza, agli attacchi che l’affermazione sociale dell’individualità privata ha sferrato a edifici pensati in un sistema omogeneo: superfetazioni di ogni genere e tipo si affastellano sui puri volumi architettonici che, nonostante tutto, conservano il loro carattere di insieme unitario.
Alle immagini della “città di pietra” si è voluto affiancare uno sguardo sulla civitas, sui cittadini dei quali si son raccolte testimonianze in interviste i cui stralci accompagnano alcune fotografie e che restituiscono indicazioni della vita di una città, creando un quadro in cui si cerca di avvicinare krònos (il tempo misurabile e impossibile da fermare) a kairos (il tempo come istante favorevole che va colto e trasformato in opportunità) in modo da stimolare quelle riflessioni che possono essere il motore di un’azione di salvaguardia e recupero di un prezioso patrimonio architettonico e sociale.
Le fotografie sono state esposte in occasione dell'edizione 2011 del festival "L'isola del teatro & l'isola raccontata", tenuto a Montresta (SS) dal 1° al 21 agosto.
fotografie di Angela Colonna, Stefano Ferrando
Nel quinquennio tra il 1935 e il 1940 il Sulcis si vede profondamente trasformato da quel vasto programma territoriale e socio-economico che definisce la nascita del polo estrattivo carbonifero che ha nei centri di Bacu Abis, Carbonia e Cortoghiana il suo fulcro.
Se il centro maggiore è da tempo sotto i riflettori per le attività di recupero e i riconoscimenti che queste stanno ottenendo su scala internazionale, i due nuclei satelliti godono di meno notorietà e attenzione.
È questo il motivo che ha mosso la volontà di porre lo sguardo su due realtà marginali, anche se parte integrante di quel sistema territoriale che quasi ottant’anni fa ha cambiato il volto di un territorio trasformandolo in un nuovo paesaggio.
Ottant’anni di storia visti dal presente assoluto della macchina fotografica, con l’intenzione di indagare la contemporaneità, ovvero il paesaggio come realtà, come esistente grazie alla relazione tra individui, “cose” e tempo. La volontà di capire cosa sono diventati oggi quei centri calati dall’alto e ormai orfani della loro ragion d’essere è alla base di questa indagine fotografica.
I progetti di S. Muratori a Cortoghiana e di G. Pulitzer-Finali a Bacu Abis resistono, con più o meno forza, agli attacchi che l’affermazione sociale dell’individualità privata ha sferrato a edifici pensati in un sistema omogeneo: superfetazioni di ogni genere e tipo si affastellano sui puri volumi architettonici che, nonostante tutto, conservano il loro carattere di insieme unitario.
Alle immagini della “città di pietra” si è voluto affiancare uno sguardo sulla civitas, sui cittadini dei quali si son raccolte testimonianze in interviste i cui stralci accompagnano alcune fotografie e che restituiscono indicazioni della vita di una città, creando un quadro in cui si cerca di avvicinare krònos (il tempo misurabile e impossibile da fermare) a kairos (il tempo come istante favorevole che va colto e trasformato in opportunità) in modo da stimolare quelle riflessioni che possono essere il motore di un’azione di salvaguardia e recupero di un prezioso patrimonio architettonico e sociale.
Le fotografie sono state esposte in occasione dell'edizione 2011 del festival "L'isola del teatro & l'isola raccontata", tenuto a Montresta (SS) dal 1° al 21 agosto.
Fotografie di Angela Colonna e Stefano Ferrando ©2011